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5 giugno. Elezioni amministrative a Milano

di Dino Barra.

Quasi ci siamo.

Al 5 giugno, intendo.

Ultime considerazioni in ordine sparso.

 

  1. Il sig Benedini, presidente dell’Ente Fiera, ha elargito un finanziamento di 30.000 euro a finanziamento della campagna elettorale sia di Parisi che di Sala, i due presunti avversari politici. Che vorrà dire?  La cosa,  si badi bene,  non è illegale. La riflessione da fare è  politica. Il candidato Sala ha detto di voler rispedire questi soldi al mittente, ma soltanto dopo che Basilio Rizzo ha denunciato l’accaduto. Da Parisi, ancora silenzio.

 

  1. La politica, l’impegno pubblico, anche nei suoi momenti più elettorali (ricerca del consenso) non deve mai dimenticare la ricaduta “educativa”, “pedagogica” (termine desueto?) dei suoi messaggi, il fatto che comunque, dalla storia dei candidati a quel che essi dicono e fanno,  essa veicola visioni del mondo. Personalmente, questo è l’aspetto che più mi interessa e che mi sforzo di mettere sempre al centro del mio impegno. Aderisco a un progetto politico – elettorale – Milano in Comune – che candida a sindaco di Milano Basilio Rizzo, insegnante, Presidente del Consiglio Comunale uscente, dotato di onestà e competenze amministrative riconosciutegli da tutti, compreso i suoi avversari politici; che, in tempi di  montante xenofobia elettoralmente pagante (sembra), candida a Presidente della Municipalità di zona 2 (per intenderci, viale Monza, via Padova, ecc., la zona in cui vivo) Edda Pando (cittadina peruviana, cittadina italiana e tante altre cose) e in quella lista accoglie Marina Braidic (cittadina italiana, cittadina rom del campo di via Idro chiuso dal Comune…e tante altre cose) oltre a chi si oppone quotidianamente agli sfratti, a chi fa lavoro volontario con gli immigrati, a chi insegna la Buona Scuola che non è quella di Renzi, a  chi organizza nei propri luoghi di vita pratiche collettive di socialità, cultura, sviluppo sostenibile…

 

  1. Sulla forza della candidatura di Basilio Rizzo a sindaco di Milano e sul progetto di Milano in Comune  vi prego vivamente di leggere,  per quel che vi è scritto e per la chiarezza e competenza con cui è scritto,  l’articolo di Piero Basso apparso qualche giorno fa su Arcipelago Milano (http://www.arcipelagomilano.org/archives/43227).

 

  1. A questo articolo di Basso non ho nulla da aggiungere salvo la preghiera di considerare, oltre al merito della candidatura di Basilio (la sua figura, la lista e il programma che lo sostiene) anche le implicazioni politiche dell’eventuale successo di questa proposta. A Milano: la costruzione di un argine contro la deriva managerialista e privatistica dei due schieramenti elettorali più importanti, capace di condizionare le scelte della futura amministrazione nel senso di una maggiore attenzione alle periferie e alla coesione sociale. Sotto il profilo nazionale: il consolidamento di una “casa comune della sinistra e dei democratici” (nella nostra città come – si spera – a Torino, Roma, Bologna, Napoli…)   in grado di prefigurare la nascita di un soggetto politico unitario  fondato sull’esplicita, decisa difesa e attuazione dei princìpi fondanti della Carta Costituzionale (in primo luogo, se posso permettermi, l’art. 3).

 

  1. Mi candido nella lista comunale di Milano in Comune (anche in quella del Municipio 2) perché voglio portare nelle sedi istituzionali della decisione politica i temi su cui mi sono impegnato in questi miei ultimi vent’anni: difesa della scuola pubblica, riqualificazione degli spazi pubblici nelle periferie, sostegno all’associazionismo e alla moltiplicazione di spazi di produzione e consumo culturale diffuso, politiche della sicurezza sociale nei quartieri. Ma questo, forse, l’ho già scritto. Per realizzare questo non potevo fare altro che aderire al progetto di Milano in Comune. E questo, invece, voglio proprio sottolinearlo.

 

  1. Più concretamente,  riporto alcune proposte che voglio continuare a portare avanti (che venga eletto o no) tra le tante che ho nella testa e che sarebbe lungo  elencare tutte :

 

  • CONTRASTO ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA. Attuazione di progetti di contrasto alla dispersione scolastica che prevedano maggiori risorse umane e finanziarie per le scuole, in particolare quelle caratterizzate da un forte processo migratorio e da alti tassi di bocciature e abbandoni,  con la costituzione di reti tra gli istituti scolastici e le altre agenzie formative per rendere più efficaci gli interventi. Quali interventi? Ridefinire i bacini di utenza per evitare scuole ghetto, aprire sportelli per l’orientamento post secondario di primo grado, stabilire patti territoriali tra scuole e Municipalità per la gestione dell’inserimento scolastico dei bambini neoarrivati, fornire risorse aggiuntive qualificate per l’insegnamento dell’italiano lingua due…

 

  • SCUOLE APERTE. sostegno finanziario,  agevolazioni burocratiche, riconoscimento della piena autonomia gestionale  agli istituti scolastici che realizzano – anche in collaborazione con le associazioni legate alle scuole – percorsi didattici  e iniziative culturali rivolte al territorio  e che consentono l’uso delle proprie strutture dopo l’orario delle lezioni per attività di studio e recupero studenti, promozione culturale, attività di socializzazione per giovani e adulti.
  • ARCHIVI E BIBLIOTECHE SCOLASTICHE. Sostegno finanziario alle scuole che intendano valorizzare la propria biblioteca e il proprio archivio storico anche con progetti in orario extrascolastico rivolti al quartiere sui temi della memoria, delle identità collettive, ecc..
  • SERVIZI PER L’INFANZIA. Salvaguardia e potenziamento del Modello Milano per i servizi all’infanzia. Faccio miei i punti indicati dai genitori di Chiedo Asilo, che condivido totalmente: potenziamento dell’organico, revisione delle fasce contributive (quella massima parte dai 28.000 euro reddito ISEE e paga quanto una fascia ISEE di 50.000 euro annui), rivisitazione dei bacini di utenza onde evitare i rischi di ghettizzazione di asili nido e materne.
  • CULTURA IN PERIFERIA E RIUSO DEGLI SPAZI. Promozione della policentricità dei luoghi di produzione, consumo, aggregazione culturale e socialità attraverso la valorizzazione degli spazi pubblici (strade, piazze, parchi…) soprattutto di periferia e il riutilizzo a tale scopo di edifici in disuso. L’esempio del recupero dell’ex convitto del parco Trotter – destinato in parte a “Casa del quartiere” –deve essere generalizzato alle altre zone della città.  Continuerò a seguire la realizzazione di questo progetto ottenuto dopo anni di lotte e di impegno mio, dei genitori delle scuole del Trotter, dei cittadini della zona insistendo perché esso diventi luogo di cultura e socialità  per il quartiere e per la città con una gestione a forte regia pubblica.
  • ASSOCIAZIONISMO. Un punto riportato a chiare lettere nel programma generale di “Milano in Comune: sperimentazione di  forme di “crediti sociali” per le associazioni culturali e di volontariato anche informali che da anni animano il tessuto urbano con iniziative, eventi e servizi in continuità. Crediti sociali che possono essere “spesi” nell’affitto di spazi comunali, o nello sconto su occupazioni, e/o in gratuità di spazi per organizzazioni non lucrative (onlus) e di promozione sociale che non riuscirebbero altrimenti a far fronte alle spese proibitive dell’affitto, ecc.
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