Milano per L'Altra Europa con Tsipras
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Noi stiamo con Maurizio

di maso

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L’Altra Europa aderisce con convinzione alla proposta di mobilitazione avanzata dal segretario della Fiom Maurizio Landini per il prossimo 28 marzo a Roma.

Condividiamo profondamente il tema della costruzione di una coalizione sociale capace di riunire i soggetti che il neoliberismo vuole tenere divisi per continuare a colpirli nelle loro condizioni di vita e nei loro diritti. L’orizzonte di questa coalizione e’ sicuramente quello europeo dove si e’ aperta una possibilità di cambiamento grazie alla vittoria di Syriza in Grecia.

I tempi sono quanto mai urgenti: sono dentro i quattro mesi conquistati da Tsipras per consolidare il proprio progetto. Stare dentro questo orizzonte significa costruire anche in Italia alleanze e lotte contro i provvedimenti con cui il governo Renzi ha assunto le prescrizioni della Troika a partire dal Jobs act e dallo sblocca Italia. Contro questi provvedimenti può essere giusto promuovere anche una larga campagna referendaria. Occorre costruire una vera piattaforma di alternativa di società a partire dalla riunificazione del mondo del lavoro e del precariato e dall’assunzione piena del paradigma ambientale.

L’Altra Europa con Tsipras e’ impegnata nella costruzione di una casa comune della sinistra e dei democratici/che ritenendo il bisogno di una rappresentanza politica alternativa a livello di quelle di Syriza e di Podemos questione fondamentale.

Siamo a un bivio: aderisci anche tu al documento de L’Altra Europa

di maso

La più grave crisi che il nostro mondo abbia conosciuto non accenna a finire. Anzi, diventa permanente producendo una pericolosa regressione sociale, politica, culturale, morale ed ecologica. Affonda le radici nelle gigantesche diseguaglianze, nell’umiliazione del mondo del lavoro, nel dissennato sfruttamento della natura e dei beni comuniche hanno caratterizzato l’ultimo quarto di secolo, nel ricorso sistematico alle guerre. E per crudele paradosso continua ad accentuare quelle diseguaglianze e quella spoliazione, a causa della gestione di un potere sempre più monopolizzato da una piccola minoranza di speculatori globali e di super-ricchi – di cui l’uno percento detiene la ricchezza di metà della popolazione mondiale – in un circolo vizioso che deve essere spezzato.

L’Unione Europea, lungi dal rappresentare una possibile alternativa a questo stato di cose, ne esprime un voltoottuso e meschino, accanendosi con politiche di austerità che nel favorire i Paesi più forti provocano l’ulteriore impoverimento e il degrado – vera e propria asfissia sociale – di quelli più fragili.

E tuttavia anche in Europa, proprio sulla sponda del Mediterraneo, si è aperta una breccia. Come già è successo in America Latina, la storia sembra essersi rimessa in movimento anche qui. In Grecia, in primo luogo, dove Syriza è possibile forza di governo.Edove una vittoria il 25 gennaio mostrerebbe a tutti che quanto viene presentato come impossibile, in realtà possibile è. In Spagna, dove Podemos è oggi il primo partito per popolarità. Di qui può partire quel processo di radicale inversione delle politiche europee, l’unico che ci può salvare – perché nessun Paese può farcela da solo se non cambia l’Europa.

In Italia il quadro politico appare invece bloccato. Mentre la società si è rimessa in movimento, con il mondo del lavoro che ha ripreso con forza la parola, il Governo di Matteo Renzi si è attestato su una linea di frontale contrapposizione, incarnando pienamente quella stessa filosofia della Troika che ha condotto la Grecia sull’orlo della morte sociale, e portando a compimento il processo di dissoluzione del suo Partito come forza in un qualche modo ascrivibile alla “sinistra”.

Jobs Act e riforma del pubblico impiego, decreto Poletti e precarizzazione come forma principale del lavoro, Sblocca Italia, grandi opere e saccheggio del territorio, riforme costituzionali, riforma elettorale, privatizzazioni, “partito della Nazione” o “partito del Capo”, uniti a un asservimento indecente dell’informazione, disegnano il profilo di una vera e propria emergenza democratica e pongono con urgenza il problema di ridare rappresentanza a una parte potenzialmente maggioritaria del Paese oggi drammaticamente priva di riferimento politico, come dimostra l’aumento verticale di chi non andato più a votare. Tanto più dopo che si è consumata una frattura davvero “storica” – e riteniamo incomponibile – tra il mondo del lavoro e il partito di Renzi.

Il tempo è ora

Per tutte queste ragioni riteniamo oggi ineludibile la costruzione anche in Italia di un’alternativa politica credibile e reale, che costituisca un’effettiva rottura di continuità sia di visioneche di programma e di stile. Per ciò che propone. E per la pratica che ne contraddistingue l’agire.

Una proposta politica che per essere credibile non può che essere unitaria e insieme radicale, rompendo con la logica della frammentazione e delle continue divisioni e, insieme, innovando nel modo di organizzarsi e di concepire la politica e l’azione collettiva. La breccia che si è aperta in Europa e la riattivazione del conflitto sociale in Italia ci indicano una possibilità – che per ognuno di noi diventa una responsabilità – di tentare di “unire ciò che il neoliberismo ha diviso” e di rompere la drammatica separazione tra la dimensione politica e quella sociale.

Nel sottoscrivere questo “Manifesto” noi intendiamo metterci al servizio di un processo che porti alla costituzione di una sola grande “casa comune della sinistra e dei democratici italiani in un quadro europeo” saldamente ancorata nel sociale che preveda una tappa fondamentale nella presentazione alle prossime elezioni politiche di un’unica lista che, come già in Grecia e in Spagna, si proponga come autentica alternativa di governo. Una lista in grado di unire tutte le componenti sia organizzate che disperse di una sinistra non arresa alla austerità europea e alla sua versione autoritariaitaliana incarnata dal renzismo. Un soggetto politico unico e plurale, forte perché capace di dare una voce comune a tante componenti diverse, strategicamente alternativo al neoliberismo come visione del mondo, e in opposizione – sul piano elettorale europeo e nazionale -, alle forze politiche che l’hanno incarnato e allo stesso PD che su quella visione del mondo ha fondato non solo da oggi la sua politica di governo.

Non dunque un’esperienza “testimoniale” – la costruzione di una “piccola casa” per esuli delle troppe sinistre – ma una proposta all’altezza dell’emergenza in atto, la quale richiede di mettere in campo la maggior forza possibile per invertire la tendenza in corso. Per fermare un’azione di regressione sociale e democratica senza precedenti, portata fino al cuore dell’assetto costituzionale. Per arginare la devastazione di un patrimonio culturale condiviso. Per impedire che della frustrazione sociale approfittino forze e culture reazionarie e razziste. E per contrapporre a tutto ciò un sistema di valori e un modello di azione e di vita all’altezza dei tempiche diventi rapidamente maggioritario nel Paese.

È possibile individuare fin da ora una prima semplice piattaforma programmatica. Pochi punti, ampiamente condivisi da molti movimenti in tutto il mondo e da un grande arco di forze anche in Italia, intorno a cui è possibile una larga convergenza e sul cui lavoro di elaborazione potrà consolidarsi una effettiva pratica partecipativa, unitaria e inclusiva:

Spezzare le catene del debito pubblico con cui la finanza speculativa che ormai controlla l’economia del mondo intero tiene sotto ricatto i governi, si appropria di una quota crescente delle entrate fiscali, privatizza a suo vantaggio, sanità, scuola, pensioni, servizi pubblici e beni comuni con l’unico fine del profitto;
Porre fine alle politiche di austerità con un piano europeo di investimenti pubblici con l’obiettivo di una piena e buona occupazione, sostenere i redditi di chi lavora o cerca lavoro, contrastare la piaga del precariato che sta lacerando alla radice i legami sociali e privando del futuro intere generazioni, consentire il riscatto del Mezzogiorno, risanare l’ambiente, difendere i beni comuni, avviare la conversione ecologica dei consumi e del sistema produttivo per contribuire a sventare cambiamenti del clima irreversibili, che possono rendere tra breve invivibile tutta la Terra.
Promuovere l’eguaglianza tassando i grandi patrimoni e i grandi redditi, impedendo eccessive accumulazioni di ricchezza e potere, combattere la piaga della povertà (crescente) istituendo un reddito garantito che assicuri a tutti il diritto universale a una vita dignitosa; ripristinare ed estendere i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinare e sostenere la contrattazione collettiva nazionale e fare in modo che a eguale prestazione corrispondano uguali diritti e retribuzioni, restituire dignità alla vita lavorativa anche attraverso l’abrogazione delle recenti controriforme sulle pensioni.
Sostenere il diritto alla autodeterminazione di donne e uomini, anche lottando contro ogni forma, materiale e simbolica, legislativa e culturale, di patriarcato, sessismo, omofobia, transfobia.
Promuovere – ripartendo oneri e benefici tra tutti i paesi – l’accoglienza e l’inclusione di chi arriva in Europa per sfuggire alla miseria o a guerre di cui anche i nostri governi sono complici. Affermare il diritto a entrare in Europa per ricercare lavoro, il riconoscimento dello ius soli e l’abolizione dei Cie. Costruire una grande comunità dei popoli dell’Europa e del Mediterraneo fondata sulla pari dignità e sul sostegno solidale all’economia degli stati periferici. Combattere il razzismo che le forze di destra alimentano e sfruttano in tutta l’Europa per aizzare contro un bersaglio di comodo le vittime delle loro devastanti politiche economiche;
Affermare la democrazia in campo politico ed economico: difendere e dare attuazione ai diritti sanciti dalla Costituzione e imporre una trasparenza totale a progetti, bilanci, accordi, e trattative pubbliche e private. È questa una condizione irrinunciabile per coinvolgere tutta la cittadinanza attiva nella lotta contro la corruzione, le mafie e il malaffare; per difendere la sovranità popolare dalle aggressioni delle multinazionali; e per realizzare, a fianco di quella rappresentativa, una democrazia partecipativa: non solo nelle istituzioni ma anche sui luoghi di lavoro;
Dare vita a un’attiva politica di pace a livello europeo nella consapevolezza degli enormi rischi di guerra comportati dalla transizione egemonica mondiale che si compie nel cuore della crisi con lo spostamento del baricentro economico e politico mondiale dall’ovest all’est (dall’area atlantica all’asse Cina-India) e della necessità che ciò avvenga, a differenza del passato, in modo sostanzialmente pacifico e senza un massacro sociale;
Promuovere un pensiero fondato sul rispetto e la valorizzazione della natura, del vivente, di tutte le differenze di genere e cultura, sulla solidarietà come antidoto alla competizione di tutti contro tutti imposta dal “pensiero unico” dominante; una cultura che metta al primo posto le persone e che contrasti la violenza, la corsa agli armamenti e la guerra; contrastare lo smantellamento della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche, depauperate e trasformate in culla della cultura della competizione.
La casa comune che vorremmo.

Perché porti al risultato necessario, questo processo costituente unitario non può essere il frutto della sommatoria di ceti politici ma deve riuscire a coinvolgere tutte le energie e le risorse che esistono nel Paese, con la loro diversità, nella dimensione della politica, del sociale, del mondo intellettuale e delle competenze.

Per questo siamo convinti che esso debba farsi intrecciando e riconnettendo più livelli: pratiche unitarie sociali e territoriali e dialogo politico. Radicamento territoriale e lavoro istituzionale. Campagne e vertenze comuni, promozione e sostegno a forme di solidarietà e auto-organizzazione mutualistica e comunitaria. È questa la condizione perché vi si possano ritrovare tutte le componenti e le iniziative, sociali e politiche, collettive e individuali, che hanno costruito l’esperienza della lista L’Altra Europa con Tsipras. Ma non solo. Lavoriamo a uno spazio politico ancora più largo, aperto a tutte quelle persone che condividono un’idea di giustizia e di solidarietà sociale, di corresponsabilità generazionale ed ecologica, di lotta ad ogni forma di discriminazione di genere o di luogo. E che possono riconoscere nell’azione del Partito della sinistra europea e del gruppo parlamentare del GUE un orizzonte d’impegno trans-nazionale che operi fin d’ora per la costruzione di vere e proprie coalizioni sociali a dimensione europea, in antitesi alle “larghe intese” continentali.

Uno spazio nel quale si possano ritrovare tutti coloro (e sono tanti, anche in Italia), i quali non vogliono rinunciare agli ideali di Eguaglianza, Libertà, Giustizia sociale, Dignità e Fraternità (il più negletto dei valori dell’89 francese): il “nucleo normativo” della modernità democratica, oggi insidiato da un potere globale che vede solo nel denaro e nella mercificazione l’esclusivo statuto del mondo.

A tal fine ci proponiamo di lavorare per sostenere la creazione di larghe coalizioni sociali di movimenti, associazioni e forze politiche, per promuovere iniziative e campagne unitarie sui temi del lavoro (della difesa dei diritti e della lotta alla precarizzazione), dei beni comuni, della accoglienza e dell’inclusione, della democrazia e della pace anche tramite strumenti specifici finalizzati a ciò, come assemblee e consulte territoriali e nazionali, impegnandocial più ampio dialogo e alla più grande collaborazione con tutte le persone e le forze interessate e disponibili per raggiungere questo obiettivo comune.

Il processo unitario a cui vogliamo contribuire deve avvenire nel modo più democratico e partecipato possibile, con il massimo di apertura a tutti gli apporti e il massimo sforzo per arrivare, ovunque possibile, a posizioni e scelte condivise (valorizzazione del punto di vista dell’altro). Per questo apriamo questo appello alle adesioni individuali e collettive, e ci impegniamo a coinvolgere e far partecipare democraticamente in tutti i passaggi successivi chi vi aderirà, con la massima trasparenza e con forme di aggregazione e cooperazione nei territori le più ampie, aperte e partecipative possibile, perché è soprattutto nei “luoghi della vita” che si può costruire l’alternativa. Riteniamo anzi che il progetto non potrà coinvolgere quelle migliaia di uomini e donne che oggi non hanno più fiducia nella politica, né suscitare il loro impegno e le loro energie, se non riusciremo a dar vita a un modo di fare politica davvero “altro”, a tutti i livelli, nelle forme e non solo nei contenuti.

Il 2015 può essere davvero l’anno del cambiamento. Non possiamo non dare anche noi, in Italia, il nostro contributo.

Ci mettiamo a disposizione per costruire insieme a tutte le donne e gli uomini che condividono questa esigenza un grande appuntamento a marzo, che sia l’inizio di questo processo di cui nessuno possiede proprietà o brevetto e di cui ognuno può essere protagonista.

Facciamo ciascuno un passo indietro, per fare insieme due passi avanti.

promosso da Argiris Panagopoulos, Bia Sarasini, Costanza Boccardi, Corrado Oddi, Eleonora Forenza, Giulia Rodano, Margherita Romanelli, Marco Revelli, Maso Notarianni, Massimo Torelli, Maurizio Giacobbe, Paolo Cento, Raffaella Bolini, Roberta Fantozzi, Roberto Morea, Sergio Zampini

Natale in casa Bellezza

di maso

CENA_AEVi aspettiamo in tanti. Perché abbiamo voglia di festeggiare, anche. Di divertirci. Di stare insieme. Di passare le feste in compagnia

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La cena è alle 20, in via Bellezza 16/a, a Milano. Costa 25 euro, comprese le bollicine e il panettone…

LA PRENOTAZIONE È OBBLIGATORIA

 

Tagli al diritto allo studio: l’immobilismo dei Rettori, la risposta degli studenti>17/12 PRESIDIO!

di maso

Le indiscrezioni circa il 40% di taglio al fondo di funzionamento degli enti per il diritto allo studio vedono una forte e decisa reazione da parte degli studenti e il totale immobilismo da parte dei Rettori delle Università Lombarde che, ad una settimana dall’approvazione definitiva del bilancio preventivo, non hanno ancora denunciato pubblicamente il preannunciato collasso che il diritto allo studio subirebbe nel prossimo anno.

La situazione del Diritto allo Studio Lombardo è già critica ed eccezionale: da un lato l’Assessore Aprea ha firmato un protocollo con il MIUR circa l’inasprimento dei criteri di merito per l’accesso ai benefici, con l’unico obiettivo di tagliare il numero degli idonei, dall’altro la regione non copre più dell’85% degli idonei alla borsa, costringendo gli atenei a coprire le borse mancanti con le tasse degli studenti.

Con lo scioglimento dell’ISU Lombardo (unico ente lombardo che gestiva il diritto allo studio) la Regione ha demandato alle università e ai consorzi universitari, come il CIDiS, il funzionamento del diritto allo studio, dalla gestione delle graduatorie all’erogazione delle borse, dalle mense al prestito libri, fino alla gestione degli studentati. Regione Lombardia con questa manovra vuole scaricare ancora una volta sulle università, e quindi sugli studenti, i tagli ministeriali. Le università saranno costrette ad eliminare i servizi e ad alzare le tasse per garantire l’erogazione dei servizi minimi.

Se è vero che la Regione ha sistematicamente disinvestito, è anche vero che i Rettori, assumendosi la responsabilità di gestire, per conto della Regione, il diritto allo studio, sono ora complici della situazione a causa del loro silenzio.15_12

Gli studenti degli studentati hanno invece reagito e promosso una petizione  che vede già centinaia di firme con la collocazione di 15 banchetti nelle diverse sedi di Statale e Bicocca e hanno appena organizzato oggi un’assemblea pubblica presso lo studentato di Via Bassini. L’assemblea è stata partecipatissima e ha visto anche la presenza di un folto gruppo di lavoratori delle aziende appaltate da CIDiS, preoccupati per il proprio posto di lavoro (qui il loro comunicato stampa). All’assemblea ha partecipato anche il Presidente del CIDiS Marcello Fontanesi che ha confermato che “in caso di attuazione del taglio CIDiS dovrebbe eliminare i servizi e chiudere alcune residenze”.

L’assemblea degli studentati in mobilitazione ha deciso di organizzare un presidio mercoledì 17 dicembre alle 17.30 presso Palazzo Lombardia (MM2 Gioia) con l’obiettivo di farci sentire il più possibile e consegnare le firme raccolte in questi giorni negli Atenei e negli studentati per la petizione contro il taglio del 40% al fondo di funzionamento del CIDiS

 

 

 

 

Andrea Torti
Andrea Torti

LAVORO- GIUSTIZIA- UGUAGLIANZA – DIRITTI – Milano a SINISTRA

di maso

Chiamati alla lotta per la difesa dei diritti del lavoro, contro il Jobs Act e le politiche del governo Renzi, il 12 dicembre i lavoratori e le lavoratrici di tutta Italia e di tutte le categorie hanno scioperato.
Uno sciopero nazionale che ha visto in piazza giovani, studenti e precari, associazioni, movimenti e tutte le varie anime e sensibilità del sindacalismo di base.
Uno sciopero che ha unito i lavoratori e tutti coloro che non si riconoscono nella deriva senza fine dell’austerity europea.

La Sinistra politica e sociale milanese è certamente unita a sostegno di questa battaglia. I lavoratori hanno bisogno di sentire intorno e con loro, parole semplici e unità di intenti per vincere una difficile sfida. Per questo siamo stati in corteo tutti insieme, in migliaia, ognuno con il proprio portato e bandiere, chi proveniente da Rifondazione, chi da Sinistra Ecologia e Libertà, chi dalle tante associazioni milanesi, chi dalla sinistra dei Ds, uniti dietro uno striscione:
LAVORO- GIUSTIZIA- UGUAGLIANZA – DIRITTI
Milano a SINISTRA

Uno spezzone bello, colorato, rumoroso anche vista la quantità di musica sparata dal furgone che lo apriva. Ma soprattutto uno spezzone grande, segno che l’unità è un bene prezioso, che di unità c’è bisogno. E che questo viene chiesto alla sinistra e ai democratici: stare insieme per riuscire a modificare lo stato di cose presenti.

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12-12-2014 Sciopero Generale!

Michela Rea: La proprietà intellettuale nel TTIP: contenuti e conseguenze – video

di maso

Lo scorso settembre si è tenuto a Milano, presso l’Arci Corvetto (grazie!) un seminario sul Ttip.
Mettiamo a disposizione di tutti il materiale. Perché possa essere sempre più convinta ed efficace la battaglia contro un trattato che mina non solo la nostra possibilità di scegliere, ma anche la nostra vita.

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Monica Di Sisto: Stop TTIP: la campagna, gli obiettivi – video

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Lo scorso settembre si è tenuto a Milano, presso l’Arci Corvetto (grazie!) un seminario sul Ttip.
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In piazza con Landini (video)

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concentramento

Il TTIP e il diritto al cibo. Cittadino o consumatore? – Maurizo Lauro – video

di maso

Lo scorso settembre si è tenuto a Milano, presso l’Arci Corvetto (grazie!) un seminario sul Ttip.
Mettiamo a disposizione di tutti il materiale. Perché possa essere sempre più convinta ed efficace la battaglia contro un trattato che mina non solo la nostra possibilità di scegliere, ma anche la nostra vita.

Il TTIP e il furto delle terre – Silvana Galassi – video

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Mettiamo a disposizione di tutti il materiale. Perché possa essere sempre più convinta ed efficace la battaglia contro un trattato che mina non solo la nostra possibilità di scegliere, ma anche la nostra vita.
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