Milano per L'Altra Europa con Tsipras
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Archivio dell'autore: Marcello Guerra

Uniti e solidali con la Grecia per cambiare l’Europa

di Marcello Guerra

La Grecia ha intrapreso la strada per uscire dalla crisi. Il Fmi e la Commissione Europea pretendono nuove misure di austerità per dopo il 2018, peraltro in contraddizione tra di loro, che non sono previste né dai Trattati europei né nella costituzione di nessun paese al mondo, e per questo assolutamente ingiuste, dannose ed inaccettabili. Non solo la Grecia, ma anche altri Paesi, subiscono le conseguenze nefaste delle politiche di austerità,  nuove richieste di sacrifici e contro riforme. Sessant’anni dopo la firma dei Trattati di Roma, l’Europa deve tornare alle sue radici democratiche, di pace, di solidarietà e di giustizia sociale. L’Europa deve riprendere il processo di integrazione, all’insegna di unità e solidarietà. Ciò significa archiviare la stagione dell’austerità con le sue ricadute negative, oltre che mettere in discussione la cultura del Patto di stabilità e del Fiscal Compact.
L’austerità ha scatenato la frammentazione dell’Europa, ha sfregiato le costituzioni democratiche con l’assurdo Patto di stabilità, ha creato disoccupazione di massa in tanti paesi, impoverimento e marginalizzazione.
L’Europa non deve tornare nei suoi nazionalismi egoistici, i fili spinati, la divisione dei suoi popoli e dei suoi lavoratori, la xenofobia e il razzismo.
L’Europa deve e può uscire dalla crisi unita e solidale cambiando politica e riscrivendo i Trattati ingiusti, creando un grande programma di investimenti pubblici e privati per far ripartire le sue economie e creare posti di lavoro veri per la prosperità di tutti i suoi cittadini. È necessario che l’Europa avvii una politica di contrasto al dumping salariale e sociale e faccia di questo il fondamento del Pilastro europeo dei diritti sociali attualmente in discussione, rilanciando un’idea di welfare inclusivo e di protezione sociale su scala continentale. Si tratta di scelte urgenti soprattutto per restituire speranza e fiducia nel futuro si giovani europei.

Facciamo un appello a tutte le forze democratiche a prendere posizione e a mobilitarsi e al governo italiano di sostenere la Grecia nella riunione dell’Eurogruppo del 20 di febbraio e chiediamo che già il Consiglio Europeo del 25 di marzo per il 60° anniversario dei Trattati istitutivi dell’UE sia l’occasione per rivendicare un’Europa diversa e migliore, quella dei suoi popoli e dei suoi principi democratici.

L’Europa, il suo e il nostro futuro, sono nelle nostre mani!

Susanna Camusso, segretario generale CGIL
Francesca Chiavacci, presidente ARCI
Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore e regista
Stefano Rodotà, giurista, politico ed accademico
Renato Accorinti, sindaco di Messina
Lorenza Carlassare, costituzionalista
Vezio De Lucia, urbanista
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli
Monica Di Sisto, giornalista, campagna contro il TTIP
Anna Falcone, avvocato, costituzionalista
Paolo Favilli, storico
Carlo Freccero, c.d.a RAI
Tomaso Montanari, storico dell’arte, vicepresidente di Libertà e Giustizia
Olga Nassis, presidente delle comunità greche in Italia
Moni Ovadia, attore teatrale, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante
Marco Revelli, storico, sociologo e politologo

Prima le persone

di Marcello Guerra

di Anna Camposampiero.

Ieri notte ho assistito a un incidente. Scooter contro auto. Alla guida dello scooter ragazzo del ’94.
Stava rientrando a casa dopo aver finito di lavorare. Lavoro: consegna con uno di quei servizi che una volta erano i pony express e adesso fanno il verso ad animali di altri continenti…
Ci si ferma a dare una mano, nessuno si è fatto male per fortuna.
Ci si ferma in tre. Già un miracolo va detto. (grazie Alessandro Lanzani).
Così scopro che lo scooter è del ragazzo, che l’azienda per cui lavora gli fornisce il bauletto e la divisa (a dire il vero non gli ho chiesto se ha dovuto comprarli…), che la sua preoccupazione è nel non avere il mezzo per lavorare. Gli chiedo più volte se sta bene, perché a volte l’adrenalina non ti fa percepire un danno fisico. Ma era più preoccupato del mezzo. Con quello ci lavora.
Tutto finisce bene, firmano la costatazione amichevole, l’autista dell’auto è un altro bravo ragazzo preoccupato di ciò che è accaduto. Mi segno come testimone, sapendo che è una menata, ma che in caso serve.
E mi rimane la sensazione di un paese alla deriva.
Una repubblica non più fondata sul lavoro e sulla dignità delle persone.
Il giovane era la fotografia di una generazione sull’orlo della disperazione e forse senza nemmeno saperlo. Tanta rabbia che esce quando non te lo aspetti, tanta. E che nessuno riesce a incanalare. Eppure aveva gli occhi buoni il ragazzo, e tristi.
E scrivo adesso, perché ho letto dei sette operai incatenati, con cui certo che sono solidale, ma basta?
Come lo sono con il ragazzo di ieri sera.
Jobs Act, delocalizzazioni facili, precarietà, disoccupazione cronica.
E scrivo perché devo rimettermi in gioco anche io gioco forza e non sono poi così giovane.
Scrivo perché oggi un po’ di rabbia ce l’ho addosso anche io.
Ricominciamo a mettere al centro le persone, il diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso.

 

https://www.facebook.com/anna.camposampiero.7?fref=ts

5 giugno. Elezioni amministrative a Milano

di Marcello Guerra

di Dino Barra.

Quasi ci siamo.

Al 5 giugno, intendo.

Ultime considerazioni in ordine sparso.

 

  1. Il sig Benedini, presidente dell’Ente Fiera, ha elargito un finanziamento di 30.000 euro a finanziamento della campagna elettorale sia di Parisi che di Sala, i due presunti avversari politici. Che vorrà dire?  La cosa,  si badi bene,  non è illegale. La riflessione da fare è  politica. Il candidato Sala ha detto di voler rispedire questi soldi al mittente, ma soltanto dopo che Basilio Rizzo ha denunciato l’accaduto. Da Parisi, ancora silenzio.

 

  1. La politica, l’impegno pubblico, anche nei suoi momenti più elettorali (ricerca del consenso) non deve mai dimenticare la ricaduta “educativa”, “pedagogica” (termine desueto?) dei suoi messaggi, il fatto che comunque, dalla storia dei candidati a quel che essi dicono e fanno,  essa veicola visioni del mondo. Personalmente, questo è l’aspetto che più mi interessa e che mi sforzo di mettere sempre al centro del mio impegno. Aderisco a un progetto politico – elettorale – Milano in Comune – che candida a sindaco di Milano Basilio Rizzo, insegnante, Presidente del Consiglio Comunale uscente, dotato di onestà e competenze amministrative riconosciutegli da tutti, compreso i suoi avversari politici; che, in tempi di  montante xenofobia elettoralmente pagante (sembra), candida a Presidente della Municipalità di zona 2 (per intenderci, viale Monza, via Padova, ecc., la zona in cui vivo) Edda Pando (cittadina peruviana, cittadina italiana e tante altre cose) e in quella lista accoglie Marina Braidic (cittadina italiana, cittadina rom del campo di via Idro chiuso dal Comune…e tante altre cose) oltre a chi si oppone quotidianamente agli sfratti, a chi fa lavoro volontario con gli immigrati, a chi insegna la Buona Scuola che non è quella di Renzi, a  chi organizza nei propri luoghi di vita pratiche collettive di socialità, cultura, sviluppo sostenibile…

 

  1. Sulla forza della candidatura di Basilio Rizzo a sindaco di Milano e sul progetto di Milano in Comune  vi prego vivamente di leggere,  per quel che vi è scritto e per la chiarezza e competenza con cui è scritto,  l’articolo di Piero Basso apparso qualche giorno fa su Arcipelago Milano (http://www.arcipelagomilano.org/archives/43227).

 

  1. A questo articolo di Basso non ho nulla da aggiungere salvo la preghiera di considerare, oltre al merito della candidatura di Basilio (la sua figura, la lista e il programma che lo sostiene) anche le implicazioni politiche dell’eventuale successo di questa proposta. A Milano: la costruzione di un argine contro la deriva managerialista e privatistica dei due schieramenti elettorali più importanti, capace di condizionare le scelte della futura amministrazione nel senso di una maggiore attenzione alle periferie e alla coesione sociale. Sotto il profilo nazionale: il consolidamento di una “casa comune della sinistra e dei democratici” (nella nostra città come – si spera – a Torino, Roma, Bologna, Napoli…)   in grado di prefigurare la nascita di un soggetto politico unitario  fondato sull’esplicita, decisa difesa e attuazione dei princìpi fondanti della Carta Costituzionale (in primo luogo, se posso permettermi, l’art. 3).

 

  1. Mi candido nella lista comunale di Milano in Comune (anche in quella del Municipio 2) perché voglio portare nelle sedi istituzionali della decisione politica i temi su cui mi sono impegnato in questi miei ultimi vent’anni: difesa della scuola pubblica, riqualificazione degli spazi pubblici nelle periferie, sostegno all’associazionismo e alla moltiplicazione di spazi di produzione e consumo culturale diffuso, politiche della sicurezza sociale nei quartieri. Ma questo, forse, l’ho già scritto. Per realizzare questo non potevo fare altro che aderire al progetto di Milano in Comune. E questo, invece, voglio proprio sottolinearlo.

 

  1. Più concretamente,  riporto alcune proposte che voglio continuare a portare avanti (che venga eletto o no) tra le tante che ho nella testa e che sarebbe lungo  elencare tutte :

 

  • CONTRASTO ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA. Attuazione di progetti di contrasto alla dispersione scolastica che prevedano maggiori risorse umane e finanziarie per le scuole, in particolare quelle caratterizzate da un forte processo migratorio e da alti tassi di bocciature e abbandoni,  con la costituzione di reti tra gli istituti scolastici e le altre agenzie formative per rendere più efficaci gli interventi. Quali interventi? Ridefinire i bacini di utenza per evitare scuole ghetto, aprire sportelli per l’orientamento post secondario di primo grado, stabilire patti territoriali tra scuole e Municipalità per la gestione dell’inserimento scolastico dei bambini neoarrivati, fornire risorse aggiuntive qualificate per l’insegnamento dell’italiano lingua due…

 

  • SCUOLE APERTE. sostegno finanziario,  agevolazioni burocratiche, riconoscimento della piena autonomia gestionale  agli istituti scolastici che realizzano – anche in collaborazione con le associazioni legate alle scuole – percorsi didattici  e iniziative culturali rivolte al territorio  e che consentono l’uso delle proprie strutture dopo l’orario delle lezioni per attività di studio e recupero studenti, promozione culturale, attività di socializzazione per giovani e adulti.
  • ARCHIVI E BIBLIOTECHE SCOLASTICHE. Sostegno finanziario alle scuole che intendano valorizzare la propria biblioteca e il proprio archivio storico anche con progetti in orario extrascolastico rivolti al quartiere sui temi della memoria, delle identità collettive, ecc..
  • SERVIZI PER L’INFANZIA. Salvaguardia e potenziamento del Modello Milano per i servizi all’infanzia. Faccio miei i punti indicati dai genitori di Chiedo Asilo, che condivido totalmente: potenziamento dell’organico, revisione delle fasce contributive (quella massima parte dai 28.000 euro reddito ISEE e paga quanto una fascia ISEE di 50.000 euro annui), rivisitazione dei bacini di utenza onde evitare i rischi di ghettizzazione di asili nido e materne.
  • CULTURA IN PERIFERIA E RIUSO DEGLI SPAZI. Promozione della policentricità dei luoghi di produzione, consumo, aggregazione culturale e socialità attraverso la valorizzazione degli spazi pubblici (strade, piazze, parchi…) soprattutto di periferia e il riutilizzo a tale scopo di edifici in disuso. L’esempio del recupero dell’ex convitto del parco Trotter – destinato in parte a “Casa del quartiere” –deve essere generalizzato alle altre zone della città.  Continuerò a seguire la realizzazione di questo progetto ottenuto dopo anni di lotte e di impegno mio, dei genitori delle scuole del Trotter, dei cittadini della zona insistendo perché esso diventi luogo di cultura e socialità  per il quartiere e per la città con una gestione a forte regia pubblica.
  • ASSOCIAZIONISMO. Un punto riportato a chiare lettere nel programma generale di “Milano in Comune: sperimentazione di  forme di “crediti sociali” per le associazioni culturali e di volontariato anche informali che da anni animano il tessuto urbano con iniziative, eventi e servizi in continuità. Crediti sociali che possono essere “spesi” nell’affitto di spazi comunali, o nello sconto su occupazioni, e/o in gratuità di spazi per organizzazioni non lucrative (onlus) e di promozione sociale che non riuscirebbero altrimenti a far fronte alle spese proibitive dell’affitto, ecc.

Altra Europa Milano incontra Basilio Rizzo

di Marcello Guerra

come AET di Milano abbiamo convintamente sostenuto fin dal primo momento gli sforzi unitari a sinistra ed abbiamo salutato con favore la candidatura di Basilio Rizzo.

Tanta è la strada ancora da fare, ma questo è un punto di partenza.

Basilio, con la sua storia, rappresenta una garanzia forte dal punto di vista dell’impegno per la legalità, la qualità della vita, dell’ambiente.

Insieme a Basilio vogliamo rendere la nostra città ancora più bella.

Per questo alcuni di noi hanno scelto di impegnarsi direttamente candidandosi nella lista comunale ed in quelle dei consigli di zona.

Incontriamoci, in un clima di festa e di relax, e parliamo, insieme a Basilio, del futuro della nostra città.

https://www.facebook.com/events/1545674265733981/ [contact-form subject='[Milano per L%26#039;Altra Europa con Tsipras Iscrizioni al seminario sul trattato TTIP del 13 Settembre’][contact-field label=’Nome’ type=’name’ required=’1’/][contact-field label=’E-mail’ type=’email’ required=’1’/][contact-field label=’Sito web’ type=’url’/][contact-field label=’Commento’ type=’textarea’ required=’1’/][/contact-form]

Vi aspettiamo domenica 15 maggio

alla Pizzeria Magolfa

via Modica 8

alle 19 per chiacchierare con Basilio

e alle 21 per mangiare una pizza insieme,

con la partecipazione di Franz Englaro e la sua musica!

 

Pizza a scelta, birra o bibita e caffè a soli 18 euro (12 per i bambini)

per prenotare (entro sabato 14)

 

320 1187999

3392119597

oppure

altraeuropacontsiprasmilano@gmail.com

Diritti “senza confini”

di Marcello Guerra

di Chiara Santacroce

sull’intervento di Andrea Maccarrone all’Assemblea Nazionale di Altra Europa con Tsipras 19/20 Marzo 2016

 

Limiti e confini sono certamente necessari alla vita stessa, perché servono a dare ordine all’esistente, che in loro assenza cadrebbe in un caos mortifero. Lo stesso pensare umano, procede necessariamente per categorizzazioni, né potrebbe essere diversamente.
E tuttavia, riconosciuto questo, dobbiamo anche affermare che i Diritti – intesi come “Diritti umani” e non diritti derivati da questo o quel contratto privato tra soggetti giuridici – sono forse l’elemento meno segmentabile per natura, e ciò almeno su due piani:
Innanzitutto, su quello dei soggetti portatori di diritti: da questo punto di vista, segmentare i diritti, confinarli cioè entro specifiche categorie di persone che possono goderne escludendo da questa possibilità altre categorie di persone, semplicemente farebbe decadere la loro natura di diritti, appunto, e li trasformerebbe in meri privilegi. Un Diritto, in quanto tale, cioè, è universale. O non è.
In secondo luogo, è altrettanto dannoso segmentare i diritti tra loro, contrapponendo gli uni agli altri. Per esempio, è profondamente sbagliato opporre, come si è fatto anche a sinistra, diritti civili e diritti sociali, come se gli uni e gli altri non riguardassero, tutti, l’integrità e la dignità delle persone. Una logica che finisce per indebolire il tessuto sociale, contrapporre le lotte, e diminuire il patrimonio di diritti di tutte e tutti. Lo possiamo vedere benissimo guardando a temi di attualità e sui quali si è molto discusso negli ultimi mesi e anni: L’indebolirsi delle garanzie per i lavoratori, con formule contrattuali sempre più precarie (co-co-co, voucher, contratti a tempo a prestazione etc.) e la cancellazione dell’articolo 18 operata dal jobs act chi pensate che colpisca prima e più duramente se non le donne, già vittime di un gap salariale e di più scarse probabilità di progressioni di carriera rispetto agli uomini, o le lavoratrici e i lavoratori che per loro caratteristiche personali o sociali (orientamento sessuale e identità di genere, disabilità, migranti etc.) più fragili, più facilmente vittime di discriminazioni, più ricattabili? E l’attacco alla scuola pubblica e laica che, con l’ultima riforma della scuola (buona?) mette ancora più a rischio la libertà di insegnamento dei docenti, che pure sarebbe garantita dalla Costituzione? Nell’ultimo anno abbiamo ben visto come l’attacco coordinato di gruppi di integralisti cattolici portato di volta in volta avanti da pochi genitori terrorizzati con lo spauracchio di una inesistente ideologia del gender, ha messo a rischio decine di progetti sull’educazione alle differenze, di contrasto al bullismo, all’omofonbia e transfobia, agli sterotipi e alle violenze di genere, che in alcuni casi vantavano esperienza decennale. Attacchi che, con il nuovo ruolo assegnato dalla riforma ai dirigenti scolastici, rischiano di moltiplicarsi e di non trovare più argini nell’autonomia delle scuole e degli insegnanti. Stesso discorso potrebbe farsi per i migranti e richiedenti asilo. Bisogna oggi ribadire che il diritto di asilo è un diritto individuale e che i motivi per ottenerlo non sono connessi solo alla provenienza da un teatro di guerra conclamata come in Siria o Iraq. La persecuzione politica, il vivere sotto regimi dittatoriali che non garantiscono le libertà civili, la persecuzione in base alla propria omosessualità (con leggi penali che la puniscono in tantissimi paesi ancora oggi) o alla proprie idee politiche o alla propria religione, condizioni gravi di insicurezza (pensiamo alle minoranze cristiane nel nord della Nigeria), sono tutti esempi validi di legittime richieste di asilo che ben ci mostrano come la logica dei respingimenti di massa o sulla base di screening superficiali sono del tutto inadatti a garantire la tutela dei diritti umani e quindi anche la garanzia del nostro stato di diritto.
E’ importante, dunque, assumere una prospettiva capace di connettere, invece che dividere, diritti e diritti, persone e persone; una prospettiva che, contaminando e integrando i diversi piani dell’esistenza restituisca a tutti i soggetti la pienezza delle loro identità, di necessità multiple e complesse, e non riducibili a un unico e singolo fattore che ne renderebbe ragione. Una persona omosessuale, per esempio, è anche e al tempo stesso un lavoratore/lavoratrice, un cittadino/a che elegge i suoi rappresentanti, ecc. ecc.
Il tema dei Diritti appare così strettamente legato e non scindibile da ciò che si intende per “Umano”. E difendere l’interconnessione e l’integrità degli uni, significa al tempo stesso preservare l’interconnessione e l’integrità degli esseri umani: proprio ciò che il neo-liberismo sta cercando di distruggere.

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