Milano per L'Altra Europa con Tsipras
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Uniti e solidali con la Grecia per cambiare l’Europa

di Marcello Guerra

La Grecia ha intrapreso la strada per uscire dalla crisi. Il Fmi e la Commissione Europea pretendono nuove misure di austerità per dopo il 2018, peraltro in contraddizione tra di loro, che non sono previste né dai Trattati europei né nella costituzione di nessun paese al mondo, e per questo assolutamente ingiuste, dannose ed inaccettabili. Non solo la Grecia, ma anche altri Paesi, subiscono le conseguenze nefaste delle politiche di austerità,  nuove richieste di sacrifici e contro riforme. Sessant’anni dopo la firma dei Trattati di Roma, l’Europa deve tornare alle sue radici democratiche, di pace, di solidarietà e di giustizia sociale. L’Europa deve riprendere il processo di integrazione, all’insegna di unità e solidarietà. Ciò significa archiviare la stagione dell’austerità con le sue ricadute negative, oltre che mettere in discussione la cultura del Patto di stabilità e del Fiscal Compact.
L’austerità ha scatenato la frammentazione dell’Europa, ha sfregiato le costituzioni democratiche con l’assurdo Patto di stabilità, ha creato disoccupazione di massa in tanti paesi, impoverimento e marginalizzazione.
L’Europa non deve tornare nei suoi nazionalismi egoistici, i fili spinati, la divisione dei suoi popoli e dei suoi lavoratori, la xenofobia e il razzismo.
L’Europa deve e può uscire dalla crisi unita e solidale cambiando politica e riscrivendo i Trattati ingiusti, creando un grande programma di investimenti pubblici e privati per far ripartire le sue economie e creare posti di lavoro veri per la prosperità di tutti i suoi cittadini. È necessario che l’Europa avvii una politica di contrasto al dumping salariale e sociale e faccia di questo il fondamento del Pilastro europeo dei diritti sociali attualmente in discussione, rilanciando un’idea di welfare inclusivo e di protezione sociale su scala continentale. Si tratta di scelte urgenti soprattutto per restituire speranza e fiducia nel futuro si giovani europei.

Facciamo un appello a tutte le forze democratiche a prendere posizione e a mobilitarsi e al governo italiano di sostenere la Grecia nella riunione dell’Eurogruppo del 20 di febbraio e chiediamo che già il Consiglio Europeo del 25 di marzo per il 60° anniversario dei Trattati istitutivi dell’UE sia l’occasione per rivendicare un’Europa diversa e migliore, quella dei suoi popoli e dei suoi principi democratici.

L’Europa, il suo e il nostro futuro, sono nelle nostre mani!

Susanna Camusso, segretario generale CGIL
Francesca Chiavacci, presidente ARCI
Andrea Camilleri, scrittore, sceneggiatore e regista
Stefano Rodotà, giurista, politico ed accademico
Renato Accorinti, sindaco di Messina
Lorenza Carlassare, costituzionalista
Vezio De Lucia, urbanista
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli
Monica Di Sisto, giornalista, campagna contro il TTIP
Anna Falcone, avvocato, costituzionalista
Paolo Favilli, storico
Carlo Freccero, c.d.a RAI
Tomaso Montanari, storico dell’arte, vicepresidente di Libertà e Giustizia
Olga Nassis, presidente delle comunità greche in Italia
Moni Ovadia, attore teatrale, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante
Marco Revelli, storico, sociologo e politologo

Prima le persone

di Marcello Guerra

di Anna Camposampiero.

Ieri notte ho assistito a un incidente. Scooter contro auto. Alla guida dello scooter ragazzo del ’94.
Stava rientrando a casa dopo aver finito di lavorare. Lavoro: consegna con uno di quei servizi che una volta erano i pony express e adesso fanno il verso ad animali di altri continenti…
Ci si ferma a dare una mano, nessuno si è fatto male per fortuna.
Ci si ferma in tre. Già un miracolo va detto. (grazie Alessandro Lanzani).
Così scopro che lo scooter è del ragazzo, che l’azienda per cui lavora gli fornisce il bauletto e la divisa (a dire il vero non gli ho chiesto se ha dovuto comprarli…), che la sua preoccupazione è nel non avere il mezzo per lavorare. Gli chiedo più volte se sta bene, perché a volte l’adrenalina non ti fa percepire un danno fisico. Ma era più preoccupato del mezzo. Con quello ci lavora.
Tutto finisce bene, firmano la costatazione amichevole, l’autista dell’auto è un altro bravo ragazzo preoccupato di ciò che è accaduto. Mi segno come testimone, sapendo che è una menata, ma che in caso serve.
E mi rimane la sensazione di un paese alla deriva.
Una repubblica non più fondata sul lavoro e sulla dignità delle persone.
Il giovane era la fotografia di una generazione sull’orlo della disperazione e forse senza nemmeno saperlo. Tanta rabbia che esce quando non te lo aspetti, tanta. E che nessuno riesce a incanalare. Eppure aveva gli occhi buoni il ragazzo, e tristi.
E scrivo adesso, perché ho letto dei sette operai incatenati, con cui certo che sono solidale, ma basta?
Come lo sono con il ragazzo di ieri sera.
Jobs Act, delocalizzazioni facili, precarietà, disoccupazione cronica.
E scrivo perché devo rimettermi in gioco anche io gioco forza e non sono poi così giovane.
Scrivo perché oggi un po’ di rabbia ce l’ho addosso anche io.
Ricominciamo a mettere al centro le persone, il diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso.

 

https://www.facebook.com/anna.camposampiero.7?fref=ts

5 giugno. Elezioni amministrative a Milano

di Marcello Guerra

di Dino Barra.

Quasi ci siamo.

Al 5 giugno, intendo.

Ultime considerazioni in ordine sparso.

 

  1. Il sig Benedini, presidente dell’Ente Fiera, ha elargito un finanziamento di 30.000 euro a finanziamento della campagna elettorale sia di Parisi che di Sala, i due presunti avversari politici. Che vorrà dire?  La cosa,  si badi bene,  non è illegale. La riflessione da fare è  politica. Il candidato Sala ha detto di voler rispedire questi soldi al mittente, ma soltanto dopo che Basilio Rizzo ha denunciato l’accaduto. Da Parisi, ancora silenzio.

 

  1. La politica, l’impegno pubblico, anche nei suoi momenti più elettorali (ricerca del consenso) non deve mai dimenticare la ricaduta “educativa”, “pedagogica” (termine desueto?) dei suoi messaggi, il fatto che comunque, dalla storia dei candidati a quel che essi dicono e fanno,  essa veicola visioni del mondo. Personalmente, questo è l’aspetto che più mi interessa e che mi sforzo di mettere sempre al centro del mio impegno. Aderisco a un progetto politico – elettorale – Milano in Comune – che candida a sindaco di Milano Basilio Rizzo, insegnante, Presidente del Consiglio Comunale uscente, dotato di onestà e competenze amministrative riconosciutegli da tutti, compreso i suoi avversari politici; che, in tempi di  montante xenofobia elettoralmente pagante (sembra), candida a Presidente della Municipalità di zona 2 (per intenderci, viale Monza, via Padova, ecc., la zona in cui vivo) Edda Pando (cittadina peruviana, cittadina italiana e tante altre cose) e in quella lista accoglie Marina Braidic (cittadina italiana, cittadina rom del campo di via Idro chiuso dal Comune…e tante altre cose) oltre a chi si oppone quotidianamente agli sfratti, a chi fa lavoro volontario con gli immigrati, a chi insegna la Buona Scuola che non è quella di Renzi, a  chi organizza nei propri luoghi di vita pratiche collettive di socialità, cultura, sviluppo sostenibile…

 

  1. Sulla forza della candidatura di Basilio Rizzo a sindaco di Milano e sul progetto di Milano in Comune  vi prego vivamente di leggere,  per quel che vi è scritto e per la chiarezza e competenza con cui è scritto,  l’articolo di Piero Basso apparso qualche giorno fa su Arcipelago Milano (http://www.arcipelagomilano.org/archives/43227).

 

  1. A questo articolo di Basso non ho nulla da aggiungere salvo la preghiera di considerare, oltre al merito della candidatura di Basilio (la sua figura, la lista e il programma che lo sostiene) anche le implicazioni politiche dell’eventuale successo di questa proposta. A Milano: la costruzione di un argine contro la deriva managerialista e privatistica dei due schieramenti elettorali più importanti, capace di condizionare le scelte della futura amministrazione nel senso di una maggiore attenzione alle periferie e alla coesione sociale. Sotto il profilo nazionale: il consolidamento di una “casa comune della sinistra e dei democratici” (nella nostra città come – si spera – a Torino, Roma, Bologna, Napoli…)   in grado di prefigurare la nascita di un soggetto politico unitario  fondato sull’esplicita, decisa difesa e attuazione dei princìpi fondanti della Carta Costituzionale (in primo luogo, se posso permettermi, l’art. 3).

 

  1. Mi candido nella lista comunale di Milano in Comune (anche in quella del Municipio 2) perché voglio portare nelle sedi istituzionali della decisione politica i temi su cui mi sono impegnato in questi miei ultimi vent’anni: difesa della scuola pubblica, riqualificazione degli spazi pubblici nelle periferie, sostegno all’associazionismo e alla moltiplicazione di spazi di produzione e consumo culturale diffuso, politiche della sicurezza sociale nei quartieri. Ma questo, forse, l’ho già scritto. Per realizzare questo non potevo fare altro che aderire al progetto di Milano in Comune. E questo, invece, voglio proprio sottolinearlo.

 

  1. Più concretamente,  riporto alcune proposte che voglio continuare a portare avanti (che venga eletto o no) tra le tante che ho nella testa e che sarebbe lungo  elencare tutte :

 

  • CONTRASTO ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA. Attuazione di progetti di contrasto alla dispersione scolastica che prevedano maggiori risorse umane e finanziarie per le scuole, in particolare quelle caratterizzate da un forte processo migratorio e da alti tassi di bocciature e abbandoni,  con la costituzione di reti tra gli istituti scolastici e le altre agenzie formative per rendere più efficaci gli interventi. Quali interventi? Ridefinire i bacini di utenza per evitare scuole ghetto, aprire sportelli per l’orientamento post secondario di primo grado, stabilire patti territoriali tra scuole e Municipalità per la gestione dell’inserimento scolastico dei bambini neoarrivati, fornire risorse aggiuntive qualificate per l’insegnamento dell’italiano lingua due…

 

  • SCUOLE APERTE. sostegno finanziario,  agevolazioni burocratiche, riconoscimento della piena autonomia gestionale  agli istituti scolastici che realizzano – anche in collaborazione con le associazioni legate alle scuole – percorsi didattici  e iniziative culturali rivolte al territorio  e che consentono l’uso delle proprie strutture dopo l’orario delle lezioni per attività di studio e recupero studenti, promozione culturale, attività di socializzazione per giovani e adulti.
  • ARCHIVI E BIBLIOTECHE SCOLASTICHE. Sostegno finanziario alle scuole che intendano valorizzare la propria biblioteca e il proprio archivio storico anche con progetti in orario extrascolastico rivolti al quartiere sui temi della memoria, delle identità collettive, ecc..
  • SERVIZI PER L’INFANZIA. Salvaguardia e potenziamento del Modello Milano per i servizi all’infanzia. Faccio miei i punti indicati dai genitori di Chiedo Asilo, che condivido totalmente: potenziamento dell’organico, revisione delle fasce contributive (quella massima parte dai 28.000 euro reddito ISEE e paga quanto una fascia ISEE di 50.000 euro annui), rivisitazione dei bacini di utenza onde evitare i rischi di ghettizzazione di asili nido e materne.
  • CULTURA IN PERIFERIA E RIUSO DEGLI SPAZI. Promozione della policentricità dei luoghi di produzione, consumo, aggregazione culturale e socialità attraverso la valorizzazione degli spazi pubblici (strade, piazze, parchi…) soprattutto di periferia e il riutilizzo a tale scopo di edifici in disuso. L’esempio del recupero dell’ex convitto del parco Trotter – destinato in parte a “Casa del quartiere” –deve essere generalizzato alle altre zone della città.  Continuerò a seguire la realizzazione di questo progetto ottenuto dopo anni di lotte e di impegno mio, dei genitori delle scuole del Trotter, dei cittadini della zona insistendo perché esso diventi luogo di cultura e socialità  per il quartiere e per la città con una gestione a forte regia pubblica.
  • ASSOCIAZIONISMO. Un punto riportato a chiare lettere nel programma generale di “Milano in Comune: sperimentazione di  forme di “crediti sociali” per le associazioni culturali e di volontariato anche informali che da anni animano il tessuto urbano con iniziative, eventi e servizi in continuità. Crediti sociali che possono essere “spesi” nell’affitto di spazi comunali, o nello sconto su occupazioni, e/o in gratuità di spazi per organizzazioni non lucrative (onlus) e di promozione sociale che non riuscirebbero altrimenti a far fronte alle spese proibitive dell’affitto, ecc.

Altra Europa Milano incontra Basilio Rizzo

di Marcello Guerra

come AET di Milano abbiamo convintamente sostenuto fin dal primo momento gli sforzi unitari a sinistra ed abbiamo salutato con favore la candidatura di Basilio Rizzo.

Tanta è la strada ancora da fare, ma questo è un punto di partenza.

Basilio, con la sua storia, rappresenta una garanzia forte dal punto di vista dell’impegno per la legalità, la qualità della vita, dell’ambiente.

Insieme a Basilio vogliamo rendere la nostra città ancora più bella.

Per questo alcuni di noi hanno scelto di impegnarsi direttamente candidandosi nella lista comunale ed in quelle dei consigli di zona.

Incontriamoci, in un clima di festa e di relax, e parliamo, insieme a Basilio, del futuro della nostra città.

https://www.facebook.com/events/1545674265733981/ [contact-form subject='[Milano per L%26#039;Altra Europa con Tsipras Iscrizioni al seminario sul trattato TTIP del 13 Settembre’][contact-field label=’Nome’ type=’name’ required=’1’/][contact-field label=’E-mail’ type=’email’ required=’1’/][contact-field label=’Sito web’ type=’url’/][contact-field label=’Commento’ type=’textarea’ required=’1’/][/contact-form]

Vi aspettiamo domenica 15 maggio

alla Pizzeria Magolfa

via Modica 8

alle 19 per chiacchierare con Basilio

e alle 21 per mangiare una pizza insieme,

con la partecipazione di Franz Englaro e la sua musica!

 

Pizza a scelta, birra o bibita e caffè a soli 18 euro (12 per i bambini)

per prenotare (entro sabato 14)

 

320 1187999

3392119597

oppure

altraeuropacontsiprasmilano@gmail.com

25 aprile 2015 “70 anni della Liberazione”

di gabriella bucci

 

25 aprile 2015 “70 anni della Liberazione”
Milano, 25 aprile 2015
Una fiumana di persone è giunta in piazza Duomo quando gli interventi dal palco erano ormai terminati.
Bandiere, canti, colori che ricordano i valori antifascisti su cui è fondata la nostra Costituzione.
Oggi più che mai occorre difendere quei valori da chi sta tentando di smantellare l’architettura democratica della nostra Costituzione.

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Interventi dal palco (estratti):
Carlo Smuraglia, Presidente A.N.P.I.
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano
Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL
Irene Barichello, Insegnante

“Bella ciao” è cantata dalla Banda Bassotti e da Suoni e L*ANPI

Per festeggiare la liberazione, per onorare il loro sacrificio, per ricordare che la resistenza è ora e sempre!

di gabriella bucci

“Pietro Benedetti, un artigiano fucilato il 29 aprile 1944, scrive ai figli: “Amatevi l’un l’altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli”.

Noi stiamo con Maurizio

di maso

Per info e prenotazioni scrivere qui

 

L’Altra Europa aderisce con convinzione alla proposta di mobilitazione avanzata dal segretario della Fiom Maurizio Landini per il prossimo 28 marzo a Roma.

Condividiamo profondamente il tema della costruzione di una coalizione sociale capace di riunire i soggetti che il neoliberismo vuole tenere divisi per continuare a colpirli nelle loro condizioni di vita e nei loro diritti. L’orizzonte di questa coalizione e’ sicuramente quello europeo dove si e’ aperta una possibilità di cambiamento grazie alla vittoria di Syriza in Grecia.

I tempi sono quanto mai urgenti: sono dentro i quattro mesi conquistati da Tsipras per consolidare il proprio progetto. Stare dentro questo orizzonte significa costruire anche in Italia alleanze e lotte contro i provvedimenti con cui il governo Renzi ha assunto le prescrizioni della Troika a partire dal Jobs act e dallo sblocca Italia. Contro questi provvedimenti può essere giusto promuovere anche una larga campagna referendaria. Occorre costruire una vera piattaforma di alternativa di società a partire dalla riunificazione del mondo del lavoro e del precariato e dall’assunzione piena del paradigma ambientale.

L’Altra Europa con Tsipras e’ impegnata nella costruzione di una casa comune della sinistra e dei democratici/che ritenendo il bisogno di una rappresentanza politica alternativa a livello di quelle di Syriza e di Podemos questione fondamentale.

Siamo a un bivio: aderisci anche tu al documento de L’Altra Europa

di maso

La più grave crisi che il nostro mondo abbia conosciuto non accenna a finire. Anzi, diventa permanente producendo una pericolosa regressione sociale, politica, culturale, morale ed ecologica. Affonda le radici nelle gigantesche diseguaglianze, nell’umiliazione del mondo del lavoro, nel dissennato sfruttamento della natura e dei beni comuniche hanno caratterizzato l’ultimo quarto di secolo, nel ricorso sistematico alle guerre. E per crudele paradosso continua ad accentuare quelle diseguaglianze e quella spoliazione, a causa della gestione di un potere sempre più monopolizzato da una piccola minoranza di speculatori globali e di super-ricchi – di cui l’uno percento detiene la ricchezza di metà della popolazione mondiale – in un circolo vizioso che deve essere spezzato.

L’Unione Europea, lungi dal rappresentare una possibile alternativa a questo stato di cose, ne esprime un voltoottuso e meschino, accanendosi con politiche di austerità che nel favorire i Paesi più forti provocano l’ulteriore impoverimento e il degrado – vera e propria asfissia sociale – di quelli più fragili.

E tuttavia anche in Europa, proprio sulla sponda del Mediterraneo, si è aperta una breccia. Come già è successo in America Latina, la storia sembra essersi rimessa in movimento anche qui. In Grecia, in primo luogo, dove Syriza è possibile forza di governo.Edove una vittoria il 25 gennaio mostrerebbe a tutti che quanto viene presentato come impossibile, in realtà possibile è. In Spagna, dove Podemos è oggi il primo partito per popolarità. Di qui può partire quel processo di radicale inversione delle politiche europee, l’unico che ci può salvare – perché nessun Paese può farcela da solo se non cambia l’Europa.

In Italia il quadro politico appare invece bloccato. Mentre la società si è rimessa in movimento, con il mondo del lavoro che ha ripreso con forza la parola, il Governo di Matteo Renzi si è attestato su una linea di frontale contrapposizione, incarnando pienamente quella stessa filosofia della Troika che ha condotto la Grecia sull’orlo della morte sociale, e portando a compimento il processo di dissoluzione del suo Partito come forza in un qualche modo ascrivibile alla “sinistra”.

Jobs Act e riforma del pubblico impiego, decreto Poletti e precarizzazione come forma principale del lavoro, Sblocca Italia, grandi opere e saccheggio del territorio, riforme costituzionali, riforma elettorale, privatizzazioni, “partito della Nazione” o “partito del Capo”, uniti a un asservimento indecente dell’informazione, disegnano il profilo di una vera e propria emergenza democratica e pongono con urgenza il problema di ridare rappresentanza a una parte potenzialmente maggioritaria del Paese oggi drammaticamente priva di riferimento politico, come dimostra l’aumento verticale di chi non andato più a votare. Tanto più dopo che si è consumata una frattura davvero “storica” – e riteniamo incomponibile – tra il mondo del lavoro e il partito di Renzi.

Il tempo è ora

Per tutte queste ragioni riteniamo oggi ineludibile la costruzione anche in Italia di un’alternativa politica credibile e reale, che costituisca un’effettiva rottura di continuità sia di visioneche di programma e di stile. Per ciò che propone. E per la pratica che ne contraddistingue l’agire.

Una proposta politica che per essere credibile non può che essere unitaria e insieme radicale, rompendo con la logica della frammentazione e delle continue divisioni e, insieme, innovando nel modo di organizzarsi e di concepire la politica e l’azione collettiva. La breccia che si è aperta in Europa e la riattivazione del conflitto sociale in Italia ci indicano una possibilità – che per ognuno di noi diventa una responsabilità – di tentare di “unire ciò che il neoliberismo ha diviso” e di rompere la drammatica separazione tra la dimensione politica e quella sociale.

Nel sottoscrivere questo “Manifesto” noi intendiamo metterci al servizio di un processo che porti alla costituzione di una sola grande “casa comune della sinistra e dei democratici italiani in un quadro europeo” saldamente ancorata nel sociale che preveda una tappa fondamentale nella presentazione alle prossime elezioni politiche di un’unica lista che, come già in Grecia e in Spagna, si proponga come autentica alternativa di governo. Una lista in grado di unire tutte le componenti sia organizzate che disperse di una sinistra non arresa alla austerità europea e alla sua versione autoritariaitaliana incarnata dal renzismo. Un soggetto politico unico e plurale, forte perché capace di dare una voce comune a tante componenti diverse, strategicamente alternativo al neoliberismo come visione del mondo, e in opposizione – sul piano elettorale europeo e nazionale -, alle forze politiche che l’hanno incarnato e allo stesso PD che su quella visione del mondo ha fondato non solo da oggi la sua politica di governo.

Non dunque un’esperienza “testimoniale” – la costruzione di una “piccola casa” per esuli delle troppe sinistre – ma una proposta all’altezza dell’emergenza in atto, la quale richiede di mettere in campo la maggior forza possibile per invertire la tendenza in corso. Per fermare un’azione di regressione sociale e democratica senza precedenti, portata fino al cuore dell’assetto costituzionale. Per arginare la devastazione di un patrimonio culturale condiviso. Per impedire che della frustrazione sociale approfittino forze e culture reazionarie e razziste. E per contrapporre a tutto ciò un sistema di valori e un modello di azione e di vita all’altezza dei tempiche diventi rapidamente maggioritario nel Paese.

È possibile individuare fin da ora una prima semplice piattaforma programmatica. Pochi punti, ampiamente condivisi da molti movimenti in tutto il mondo e da un grande arco di forze anche in Italia, intorno a cui è possibile una larga convergenza e sul cui lavoro di elaborazione potrà consolidarsi una effettiva pratica partecipativa, unitaria e inclusiva:

Spezzare le catene del debito pubblico con cui la finanza speculativa che ormai controlla l’economia del mondo intero tiene sotto ricatto i governi, si appropria di una quota crescente delle entrate fiscali, privatizza a suo vantaggio, sanità, scuola, pensioni, servizi pubblici e beni comuni con l’unico fine del profitto;
Porre fine alle politiche di austerità con un piano europeo di investimenti pubblici con l’obiettivo di una piena e buona occupazione, sostenere i redditi di chi lavora o cerca lavoro, contrastare la piaga del precariato che sta lacerando alla radice i legami sociali e privando del futuro intere generazioni, consentire il riscatto del Mezzogiorno, risanare l’ambiente, difendere i beni comuni, avviare la conversione ecologica dei consumi e del sistema produttivo per contribuire a sventare cambiamenti del clima irreversibili, che possono rendere tra breve invivibile tutta la Terra.
Promuovere l’eguaglianza tassando i grandi patrimoni e i grandi redditi, impedendo eccessive accumulazioni di ricchezza e potere, combattere la piaga della povertà (crescente) istituendo un reddito garantito che assicuri a tutti il diritto universale a una vita dignitosa; ripristinare ed estendere i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, come nel caso dei licenziamenti illegittimi, ripristinare e sostenere la contrattazione collettiva nazionale e fare in modo che a eguale prestazione corrispondano uguali diritti e retribuzioni, restituire dignità alla vita lavorativa anche attraverso l’abrogazione delle recenti controriforme sulle pensioni.
Sostenere il diritto alla autodeterminazione di donne e uomini, anche lottando contro ogni forma, materiale e simbolica, legislativa e culturale, di patriarcato, sessismo, omofobia, transfobia.
Promuovere – ripartendo oneri e benefici tra tutti i paesi – l’accoglienza e l’inclusione di chi arriva in Europa per sfuggire alla miseria o a guerre di cui anche i nostri governi sono complici. Affermare il diritto a entrare in Europa per ricercare lavoro, il riconoscimento dello ius soli e l’abolizione dei Cie. Costruire una grande comunità dei popoli dell’Europa e del Mediterraneo fondata sulla pari dignità e sul sostegno solidale all’economia degli stati periferici. Combattere il razzismo che le forze di destra alimentano e sfruttano in tutta l’Europa per aizzare contro un bersaglio di comodo le vittime delle loro devastanti politiche economiche;
Affermare la democrazia in campo politico ed economico: difendere e dare attuazione ai diritti sanciti dalla Costituzione e imporre una trasparenza totale a progetti, bilanci, accordi, e trattative pubbliche e private. È questa una condizione irrinunciabile per coinvolgere tutta la cittadinanza attiva nella lotta contro la corruzione, le mafie e il malaffare; per difendere la sovranità popolare dalle aggressioni delle multinazionali; e per realizzare, a fianco di quella rappresentativa, una democrazia partecipativa: non solo nelle istituzioni ma anche sui luoghi di lavoro;
Dare vita a un’attiva politica di pace a livello europeo nella consapevolezza degli enormi rischi di guerra comportati dalla transizione egemonica mondiale che si compie nel cuore della crisi con lo spostamento del baricentro economico e politico mondiale dall’ovest all’est (dall’area atlantica all’asse Cina-India) e della necessità che ciò avvenga, a differenza del passato, in modo sostanzialmente pacifico e senza un massacro sociale;
Promuovere un pensiero fondato sul rispetto e la valorizzazione della natura, del vivente, di tutte le differenze di genere e cultura, sulla solidarietà come antidoto alla competizione di tutti contro tutti imposta dal “pensiero unico” dominante; una cultura che metta al primo posto le persone e che contrasti la violenza, la corsa agli armamenti e la guerra; contrastare lo smantellamento della scuola, dell’università e della ricerca pubbliche, depauperate e trasformate in culla della cultura della competizione.
La casa comune che vorremmo.

Perché porti al risultato necessario, questo processo costituente unitario non può essere il frutto della sommatoria di ceti politici ma deve riuscire a coinvolgere tutte le energie e le risorse che esistono nel Paese, con la loro diversità, nella dimensione della politica, del sociale, del mondo intellettuale e delle competenze.

Per questo siamo convinti che esso debba farsi intrecciando e riconnettendo più livelli: pratiche unitarie sociali e territoriali e dialogo politico. Radicamento territoriale e lavoro istituzionale. Campagne e vertenze comuni, promozione e sostegno a forme di solidarietà e auto-organizzazione mutualistica e comunitaria. È questa la condizione perché vi si possano ritrovare tutte le componenti e le iniziative, sociali e politiche, collettive e individuali, che hanno costruito l’esperienza della lista L’Altra Europa con Tsipras. Ma non solo. Lavoriamo a uno spazio politico ancora più largo, aperto a tutte quelle persone che condividono un’idea di giustizia e di solidarietà sociale, di corresponsabilità generazionale ed ecologica, di lotta ad ogni forma di discriminazione di genere o di luogo. E che possono riconoscere nell’azione del Partito della sinistra europea e del gruppo parlamentare del GUE un orizzonte d’impegno trans-nazionale che operi fin d’ora per la costruzione di vere e proprie coalizioni sociali a dimensione europea, in antitesi alle “larghe intese” continentali.

Uno spazio nel quale si possano ritrovare tutti coloro (e sono tanti, anche in Italia), i quali non vogliono rinunciare agli ideali di Eguaglianza, Libertà, Giustizia sociale, Dignità e Fraternità (il più negletto dei valori dell’89 francese): il “nucleo normativo” della modernità democratica, oggi insidiato da un potere globale che vede solo nel denaro e nella mercificazione l’esclusivo statuto del mondo.

A tal fine ci proponiamo di lavorare per sostenere la creazione di larghe coalizioni sociali di movimenti, associazioni e forze politiche, per promuovere iniziative e campagne unitarie sui temi del lavoro (della difesa dei diritti e della lotta alla precarizzazione), dei beni comuni, della accoglienza e dell’inclusione, della democrazia e della pace anche tramite strumenti specifici finalizzati a ciò, come assemblee e consulte territoriali e nazionali, impegnandocial più ampio dialogo e alla più grande collaborazione con tutte le persone e le forze interessate e disponibili per raggiungere questo obiettivo comune.

Il processo unitario a cui vogliamo contribuire deve avvenire nel modo più democratico e partecipato possibile, con il massimo di apertura a tutti gli apporti e il massimo sforzo per arrivare, ovunque possibile, a posizioni e scelte condivise (valorizzazione del punto di vista dell’altro). Per questo apriamo questo appello alle adesioni individuali e collettive, e ci impegniamo a coinvolgere e far partecipare democraticamente in tutti i passaggi successivi chi vi aderirà, con la massima trasparenza e con forme di aggregazione e cooperazione nei territori le più ampie, aperte e partecipative possibile, perché è soprattutto nei “luoghi della vita” che si può costruire l’alternativa. Riteniamo anzi che il progetto non potrà coinvolgere quelle migliaia di uomini e donne che oggi non hanno più fiducia nella politica, né suscitare il loro impegno e le loro energie, se non riusciremo a dar vita a un modo di fare politica davvero “altro”, a tutti i livelli, nelle forme e non solo nei contenuti.

Il 2015 può essere davvero l’anno del cambiamento. Non possiamo non dare anche noi, in Italia, il nostro contributo.

Ci mettiamo a disposizione per costruire insieme a tutte le donne e gli uomini che condividono questa esigenza un grande appuntamento a marzo, che sia l’inizio di questo processo di cui nessuno possiede proprietà o brevetto e di cui ognuno può essere protagonista.

Facciamo ciascuno un passo indietro, per fare insieme due passi avanti.

promosso da Argiris Panagopoulos, Bia Sarasini, Costanza Boccardi, Corrado Oddi, Eleonora Forenza, Giulia Rodano, Margherita Romanelli, Marco Revelli, Maso Notarianni, Massimo Torelli, Maurizio Giacobbe, Paolo Cento, Raffaella Bolini, Roberta Fantozzi, Roberto Morea, Sergio Zampini

Natale in casa Bellezza

di maso

CENA_AEVi aspettiamo in tanti. Perché abbiamo voglia di festeggiare, anche. Di divertirci. Di stare insieme. Di passare le feste in compagnia

Per prenotarvi compilate questo DOODLE

Oppure scriveteci

Oppure ancora telefonateci al 335 7846368!

La cena è alle 20, in via Bellezza 16/a, a Milano. Costa 25 euro, comprese le bollicine e il panettone…

LA PRENOTAZIONE È OBBLIGATORIA

 

Tagli al diritto allo studio: l’immobilismo dei Rettori, la risposta degli studenti>17/12 PRESIDIO!

di maso

Le indiscrezioni circa il 40% di taglio al fondo di funzionamento degli enti per il diritto allo studio vedono una forte e decisa reazione da parte degli studenti e il totale immobilismo da parte dei Rettori delle Università Lombarde che, ad una settimana dall’approvazione definitiva del bilancio preventivo, non hanno ancora denunciato pubblicamente il preannunciato collasso che il diritto allo studio subirebbe nel prossimo anno.

La situazione del Diritto allo Studio Lombardo è già critica ed eccezionale: da un lato l’Assessore Aprea ha firmato un protocollo con il MIUR circa l’inasprimento dei criteri di merito per l’accesso ai benefici, con l’unico obiettivo di tagliare il numero degli idonei, dall’altro la regione non copre più dell’85% degli idonei alla borsa, costringendo gli atenei a coprire le borse mancanti con le tasse degli studenti.

Con lo scioglimento dell’ISU Lombardo (unico ente lombardo che gestiva il diritto allo studio) la Regione ha demandato alle università e ai consorzi universitari, come il CIDiS, il funzionamento del diritto allo studio, dalla gestione delle graduatorie all’erogazione delle borse, dalle mense al prestito libri, fino alla gestione degli studentati. Regione Lombardia con questa manovra vuole scaricare ancora una volta sulle università, e quindi sugli studenti, i tagli ministeriali. Le università saranno costrette ad eliminare i servizi e ad alzare le tasse per garantire l’erogazione dei servizi minimi.

Se è vero che la Regione ha sistematicamente disinvestito, è anche vero che i Rettori, assumendosi la responsabilità di gestire, per conto della Regione, il diritto allo studio, sono ora complici della situazione a causa del loro silenzio.15_12

Gli studenti degli studentati hanno invece reagito e promosso una petizione  che vede già centinaia di firme con la collocazione di 15 banchetti nelle diverse sedi di Statale e Bicocca e hanno appena organizzato oggi un’assemblea pubblica presso lo studentato di Via Bassini. L’assemblea è stata partecipatissima e ha visto anche la presenza di un folto gruppo di lavoratori delle aziende appaltate da CIDiS, preoccupati per il proprio posto di lavoro (qui il loro comunicato stampa). All’assemblea ha partecipato anche il Presidente del CIDiS Marcello Fontanesi che ha confermato che “in caso di attuazione del taglio CIDiS dovrebbe eliminare i servizi e chiudere alcune residenze”.

L’assemblea degli studentati in mobilitazione ha deciso di organizzare un presidio mercoledì 17 dicembre alle 17.30 presso Palazzo Lombardia (MM2 Gioia) con l’obiettivo di farci sentire il più possibile e consegnare le firme raccolte in questi giorni negli Atenei e negli studentati per la petizione contro il taglio del 40% al fondo di funzionamento del CIDiS

 

 

 

 

Andrea Torti
Andrea Torti

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