di Chiara Santacroce
sull’intervento di Andrea Maccarrone all’Assemblea Nazionale di Altra Europa con Tsipras 19/20 Marzo 2016
Limiti e confini sono certamente necessari alla vita stessa, perché servono a dare ordine all’esistente, che in loro assenza cadrebbe in un caos mortifero. Lo stesso pensare umano, procede necessariamente per categorizzazioni, né potrebbe essere diversamente.
E tuttavia, riconosciuto questo, dobbiamo anche affermare che i Diritti – intesi come “Diritti umani” e non diritti derivati da questo o quel contratto privato tra soggetti giuridici – sono forse l’elemento meno segmentabile per natura, e ciò almeno su due piani:
Innanzitutto, su quello dei soggetti portatori di diritti: da questo punto di vista, segmentare i diritti, confinarli cioè entro specifiche categorie di persone che possono goderne escludendo da questa possibilità altre categorie di persone, semplicemente farebbe decadere la loro natura di diritti, appunto, e li trasformerebbe in meri privilegi. Un Diritto, in quanto tale, cioè, è universale. O non è.
In secondo luogo, è altrettanto dannoso segmentare i diritti tra loro, contrapponendo gli uni agli altri. Per esempio, è profondamente sbagliato opporre, come si è fatto anche a sinistra, diritti civili e diritti sociali, come se gli uni e gli altri non riguardassero, tutti, l’integrità e la dignità delle persone. Una logica che finisce per indebolire il tessuto sociale, contrapporre le lotte, e diminuire il patrimonio di diritti di tutte e tutti. Lo possiamo vedere benissimo guardando a temi di attualità e sui quali si è molto discusso negli ultimi mesi e anni: L’indebolirsi delle garanzie per i lavoratori, con formule contrattuali sempre più precarie (co-co-co, voucher, contratti a tempo a prestazione etc.) e la cancellazione dell’articolo 18 operata dal jobs act chi pensate che colpisca prima e più duramente se non le donne, già vittime di un gap salariale e di più scarse probabilità di progressioni di carriera rispetto agli uomini, o le lavoratrici e i lavoratori che per loro caratteristiche personali o sociali (orientamento sessuale e identità di genere, disabilità, migranti etc.) più fragili, più facilmente vittime di discriminazioni, più ricattabili? E l’attacco alla scuola pubblica e laica che, con l’ultima riforma della scuola (buona?) mette ancora più a rischio la libertà di insegnamento dei docenti, che pure sarebbe garantita dalla Costituzione? Nell’ultimo anno abbiamo ben visto come l’attacco coordinato di gruppi di integralisti cattolici portato di volta in volta avanti da pochi genitori terrorizzati con lo spauracchio di una inesistente ideologia del gender, ha messo a rischio decine di progetti sull’educazione alle differenze, di contrasto al bullismo, all’omofonbia e transfobia, agli sterotipi e alle violenze di genere, che in alcuni casi vantavano esperienza decennale. Attacchi che, con il nuovo ruolo assegnato dalla riforma ai dirigenti scolastici, rischiano di moltiplicarsi e di non trovare più argini nell’autonomia delle scuole e degli insegnanti. Stesso discorso potrebbe farsi per i migranti e richiedenti asilo. Bisogna oggi ribadire che il diritto di asilo è un diritto individuale e che i motivi per ottenerlo non sono connessi solo alla provenienza da un teatro di guerra conclamata come in Siria o Iraq. La persecuzione politica, il vivere sotto regimi dittatoriali che non garantiscono le libertà civili, la persecuzione in base alla propria omosessualità (con leggi penali che la puniscono in tantissimi paesi ancora oggi) o alla proprie idee politiche o alla propria religione, condizioni gravi di insicurezza (pensiamo alle minoranze cristiane nel nord della Nigeria), sono tutti esempi validi di legittime richieste di asilo che ben ci mostrano come la logica dei respingimenti di massa o sulla base di screening superficiali sono del tutto inadatti a garantire la tutela dei diritti umani e quindi anche la garanzia del nostro stato di diritto.
E’ importante, dunque, assumere una prospettiva capace di connettere, invece che dividere, diritti e diritti, persone e persone; una prospettiva che, contaminando e integrando i diversi piani dell’esistenza restituisca a tutti i soggetti la pienezza delle loro identità, di necessità multiple e complesse, e non riducibili a un unico e singolo fattore che ne renderebbe ragione. Una persona omosessuale, per esempio, è anche e al tempo stesso un lavoratore/lavoratrice, un cittadino/a che elegge i suoi rappresentanti, ecc. ecc.
Il tema dei Diritti appare così strettamente legato e non scindibile da ciò che si intende per “Umano”. E difendere l’interconnessione e l’integrità degli uni, significa al tempo stesso preservare l’interconnessione e l’integrità degli esseri umani: proprio ciò che il neo-liberismo sta cercando di distruggere.